LANCIANO


Entrando nella città lasciamo man mano alle nostre spalle le moderne strade che ci hanno permesso di raggiungere Lanciano senza fatica alcuna. Rimaniamo quindi sorpresi nell'osservare il centro disseminato da edifici di grande interesse storico ed architettonico insieme ad antichi quartieri perfettamente conservati. Conosciamo benissimo le remote origini del luogo, tuttavia l'emozione è grande nello scoprire il centro di una città che appare esternamente costituita da regole moderne e ritmi frenetici dettati dalla nuova economia. Notiamo subito il netto divario tra quello che è stato un antico e noto luogo, e quello che oggi appare ai nostri occhi in periferia, eppure Lanciano ingloba benissimo le due realtà che, solo apparentemente, potrebbero essere in antitesi l'una con l'altra. Camminiamo lentamente, nelle piazze, nei veicoli dei borghi, Lanciano vecchia, Civitanova, Sacca e Borgo, dove le imponenti mura sembrano respirare, quasi a testimoniare direttamente i propri secoli, e dove ad ogni angolo si può scorgere una torre, un rosone di una chiesa o una facciata pazientemente scolpita. E tutto, sembra impossibile che sia rimasto fermo, intatto, per centinaia d'anni immobile fino a raccontarci quello che era "Anxia", fondata da Solimo nel 1181 a.C., un mito che trova riscontro, almeno per il periodo, nei recenti scavi che hanno accertato l'esistenza di un abitato proto storico dell'Età del Bronzo. Conosciuta già in epoca romana come importante centro economico, Lanciano dovrà tutto alle attitudini commerciali dei propri cittadini ed in particolare alle sue note fiere, che garantiranno nel tempo un costante ed inarrestabile sviluppo urbano, sociale e culturale.La città riuscì ad evidenziarsi come nucleo di traffico e scambio di merci tra il nord ed il sud dell'antica Italia grazie innanzitutto ad una posizione geografica che consentiva una facile difesa ma anche, oltre alle qualità artigianali da una parte ed imprenditoriale dall'altra capaci di interagire tra loro e di proporsi come unico strumento (produzione, promozione e distribuzione insieme), grazie ad una certa autonomia determinata soprattutto dall'assenza di un potere feudale.Nel periodo normanno, (sec. XI) esistevano già tre nuclei abitativi che oggi riconosciamo facilmente nel centro storico, ma è dopo il 1300 che

Lanciano arriva ad essere con tutta probabilità il centro più grande d'Abruzzo e si arricchisce, dopo essersi fortificata, di monumenti e chiese, alla città mancò solo un vero approdo marittimo per amplificare i già fiorenti scambi commerciali, neanche quello voluto nella vicina San Vito (1427), dopo l'ostruzionismo operato da Ortona con l'aumento dei dazi sulle merci, riuscì ad esaudire l'antico sogno dei lancianesi, che non riusciranno mai a vedere un proprio porto.Gli Aragonesi capirono subito l'importanza dei mercati della città e la lasciarono, annettendo nuovi territori, libera da baroni e feudatari ma gli spagnoli non si dimostrarono altrettanto lungimiranti, la loro pessima amministrazione tesa al solo sfruttamento fece inevitabilmente cadere nel declino l'economia Lanciano retta per secoli fino ad allora. La città perse anche il suo privilegio di stato demaniale e neanche le ingenti somme spese dai suoi cittadini per finanziare la diatriba legale riuscì ad evitare la sottrazione di quella prelazione essenziale per i liberi mercati che rinvigorirono solo con l'attenta politica dei Borboni.Con l'Unità d'Italia, nonostante l'aumento della pressione fiscale, iniziarono a svilupparsi piccole industrie ed una certa tendenza verso le attività culturali, insieme ad un nuovo piano urbanistico che con il corso Trento e Trieste ridisegnò il volto della città. Dopo la Grande Guerra l'amministrazione fascista diede un forte impulso alla ripresa economica con la costruzione di un rione Fiera, con il deciso potenziamento delle fabbriche e con la ripresa dell'urbanizzazione, il tutto destinato però ad arrestarsi allo scoppio della seconda guerra mondiale ed a rilanciarsi solo nei primi anni cinquanta con ristrutturazioni, nuovi quartieri e soprattutto nuove aree di produzione industriale. Lanciano è tuttavia nota anche per un altro aspetto, quello religioso, per il famoso "Miracolo Eucaristico" (AreAbruzzo - Mistico - ottobre 2001), sicuramente il più importante della Chiesa, avvenuto nel secolo VIII e conservato in un reliquiario settecentesco nell'attuale chiesa di San Francesco che, insieme alla Basilica della Madonna del Ponte, alla chiesa di San Biagio (sec.XIII), di Santa Lucia, di San Nicola, di Sant'Agostino (sec.XIV) e di Santa Maria Maggiore (sec.XIII) ha consentito alla città di porsi come protagonista nella testimonianza della fede cattolica.A fine agosto si celebra il "Palio delle Contrade", una bella rievocazione quattrocentesca del "Mastrogiurato", l'antico governatore delle fiere, mentre a settembre Lanciano apre dei lunghi e colorati festeggiamenti per la ricorrenza della Madonna del Ponte.Numerose infine sono le fiere, vocazione millenaria della città, che ospita mostre di interesse nazionale per l'industria, lo sport, l'edilizia, l'agricoltura, e l'abbigliamento, cioè tutti quei settori che hanno fatto e fanno di Lanciano una città perennemente in fiera.